[citazione] - Le controindicazioni del marketing
- junionpan66
- 30 lug 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 set 2022
In altre parole, la compagnia Celebrity (nda: stiamo parlando di una compagnia di crociera e di un articolo commissionato allo scrittore Frank Conroy da pubblicare sulla brochure del viaggio, che viene presentato come un onesto e disinteressato commento mentre in realtà trattasi prevedibilmente di una pubblicità regolarmente retribuita. Raggiunto telefonicamente da DFW, lo stesso scrittore ammetterà candidamente di "aver fatto una marchetta") presenta le pagine di Conroy come se fossero un vero e proprio articolo e non come una pubblicità. E' proprio una scorrettezza. E il motivo è questo: che vengano rispettati o meno, gli obblighi fondamentali di un articolo sono quelli contratti con i lettori. Il lettore, anche se a livello inconscio, lo sa e tende a rapportarsi a un articolo con un livello di apertura e credulità abbastanza alto. Ma un annuncio pubblicitario è una cosa completamente diversa. Gli annunci pubblicitari hanno un determinato obbligo formale e legale di veridicità, ma questi obblighi sono abbastanza alti da consentire una buona dose di manovre retoriche, più che sufficiente a adempiere all'obbligo fondamentale della pubblicità, che è quello di servire gli interessi economici di chi la finanzia. Qualsiasi tentativo una pubblicità compia di interessare o attrarre chi la legge, non è volto, in ultima analisi, al beneficio del lettore. E il lettore sa anche tutte queste cose - che il fascino dell'annuncio pubblicitario è per sua natura calcolato - e questo è uno dei motivi per cui il nostro stato ricettivo è differente, più guardingo, ogni volta che ci troviamo di fronte a un annuncio pubblicitario.
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Un annuncio pubblicitario che fa finta di essere arte è - quando va bene - come quando qualcuno vi sorride cordialmente solo perché vuole qualcosa da voi. Questo è già disonesto, ma il peggio è l'effetto finale che tale disonestà suscita in noi: poiché esso offre un perfetto facsimile o simulacro di buona fede senza il vero spirito della buona fede, produce confusione nella nostra mente e alla fine la nostra guardia si alza anche di fronte ai sorrisi sinceri e all'arte vera e alla buona fede. Ci fa sentire confusi, soli, impotenti, arrabbiati e impauriti. Ci fa sentire disperati.

da "Una cosa divertente che non farò mai più" di David Foster Wallace - Ed. Minimum Fax, pag 58
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